mercoledì 29 gennaio 2014

AMALO ANCHE TU


Quel giorno, suo padre, non ci doveva essere perché ai domiciliari o forse aveva un permesso speciale ma di certo Kevin non se l'aspettava.
Voleva sapere se suo figlio, residente con la sua ex moglie, era venuto a scuola.
Dal giorno in cui fu pubblicata la sentenza di separazione aveva infatti perso il controllo della situazione.
Kevin, una vita sofferta come nessuno dei suoi coetanei, come soltanto pochi adulti sarebbero in grado di sopportare.
Suo padre improvvisamente ossessionato dalla gelosia verso Maria, sua moglie, diventa violento e allora decide di perseguitare insistentemente la sua famiglia.
Ogni tanto piomba improvvisamente a casa e riempie di botte chiunque tenta di contraddirlo.
Per prima la moglie, devastandole il fisico per le percosse, poi i parenti che ogni volta intervengono per difenderli.
Un giorno, racconta Kevin, questa persona, dice, si presenta a casa furibondo e con una tanica di benzina, potete immaginare cosa sia successo, ma prima violenta la moglie davanti suo figlio.
Il quartiere è laurentino 38, uno dei posti più degradati della capitale dove casi del genere sono molto più frequenti di quanto si possa immaginare.
Kevin viene spesso da me e vuole ogni giorno raccontarmi altri fatti, altri episodi, forse perché crede in qualche modo di liberarsene.
Io lo ascolto e pare che questo gli sia sufficiente, anzi quando va via pur non avendo fatto nulla di straordinario, mi ringrazia sempre.
Ieri gli ho detto di fare rete, di non restare isolato, ovviamente la sua situazione è sotto controllo da parte delle autorità, ma di parlare abitualmente con soggetti abilitati, assistenti sociali, persone referenziate, il parroco del suo quartiere....
Poi, prima di lasciarlo gli ho detto che avrei pregato per lui e che continuerò a farlo.
Alla fine sapendo che l'avrei sicuramente scioccato, ho concluso suggerendogli di "Amare" suo padre nonostante tutto e di scrivergli una lettera dove gli confidava il suo stato d'animo, le ferite profonde che gli aveva procurato e che gli voleva bene.
Mi ha detto se ero improvvisamente impazzito ma gli ho risposto che è l'unica strada da percorrere senza illudersi che i meccanismi legati ai tanti ragionamenti sul caso possano risolvere tutto.
"Amalo Kevin ed esprimigli il tuo amore da figlio, domandagli perché.....e che non tradirai mai nemmeno tua madre. Rispondi al suo odio con l'Amore di Gesù che certamente ti aiuterà a trovare le parole per poterlo fare se inizierai a frequentarlo".
Mi ha guardato impietrito, toccandosi gli occhiali e rimettendoseli più volte sopra il naso. E' rimasto fermo, gelido per pochi secondi, poi si è alzato come se voleva scappare via, in fretta, talmente era imbarazzato dalla mia risposta.
Prima di uscire dalla Presidenza l'ho abbracciato forte e lui ha fatto altrettanto.
Stamattina mi ha detto che ci stava pensando ma che aveva bisogno di aiuto.
Kevin io sono qui.

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