mercoledì 27 novembre 2013

Un inatteso incontro con la Croce

Ero ragazzo, poco più che ventenne quando frequentavo in via castro laurenziano, la facoltà di economia e commercio di Roma.
A casa non c'era molto spazio per studiare ed inoltre mia madre era solita organizzare nel pomeriggio delle interminabili riunione della Stanhome durante le quali saltava con decisione su una serie di prodotti di plastica dura per dimostrare che nonostante il suo peso, circa 100 chili d'Humanae Vitae, gli oggetti non venivano minimamente deformati ne si spezzavano.
Partecipava tutto il palazzo, ben 9 piani di morbidezza, tutti zippati in una casa di appena 50 metri quadri.
Sembrava di stare sull'autobus durante l'ora di punta.
Allora io avevo una bicicletta con i freni a bacchetta, una bianchi dei primi del 900 con la quale mio nonno, ebanista, si recava ogni giorno dal quartiere monti a via di ripetta dove aveva la bottega.
Mi alzavo presto per dirigermi verso l'università con la mia borsa di tolfa sulle spalle che conteneva il libro di Vittorio Marrama, Economia Politica 1.
Una mattina all'altezza di santa Croce in Gerusalemme imprevedibilmente le due ruote si infilano all'interno delle rotaie del tram.
Improvvisamente hai la sensazione, dovuta alla rigidità del manubrio che non puoi più mantenere la rotta e che qualcos'altro sta condizionando il percorso che avevi immaginato di fare.

Tornando ai nostri giorni, una settimana fa accompagno mia madre al policlinico Umberto primo per un' esame medico.
Alla fine l'inaspettato verdetto del professore di turno: "mi dispiace molto, mi creda...dobbiamo sperare, ma intanto va operata d'urgenza".
Avevo messo di nuovo le ruote, nonostante la mia volontà fosse contraria, all'interno delle rotaie e mentre vi scrivo non ne sono ancora uscito, non ho altra scelta che lasciarmi trascinare fino alla fine.
Arriva la croce, senza alcun preavviso ed è come se entrassi all'interno di un' altra dimensione, completamente diversa ed insolita ma sempre profondamente umana.
Può sembrare paradossale ma in alcuni momenti ne avverti addirittura il profumo e vorresti non separartene perché la prima cosa che accade è quella di ridare luce al tuo sguardo aiutandoti a rivedere tutto da prospettive diverse.
Anche quello che appare in TV e che il giorno prima di faceva star male o che risvegliava i tuoi sentimenti più profondi di grande sostenitore o di assoluto contrario, oggi sembrano delle enormi perdite di tempo che distraggono soltanto e non aggiungono nulla.
La Croce ti avvicina alla meta finale, all'eternità, come se il tempo si allungasse all'infinito e come se l'essere umano non avesse più bisogno di nulla, perfino del cibo, se non di vedere finalmente Dio, faccia a faccia. E' brutto dirlo ma si comincia a pregare anche con maggiore intensità.
Ti tornano alla mente i più bei momenti trascorsi con quella persona, l'esempio che ti ha lasciato, i suoi sorrisi e il suo amore incondizionato e a qualunque costo, così come sei fatto senza chiederti di cambiare, ma semplicemente servendoti e augurandosi di farlo ancora, finchè glielo chiederai.
Allora vorresti a qualunque costo che sia almeno pronta spiritualmente e che si avvicinasse pian piano alla porta centrale dell'autobus in cui viaggia, con la fermata accesa e già prenotata, dicendo sorridendo, con dolcezza ed infinita eleganza a coloro che si sono messi davanti: "Scusate scendo alla prossima, permesso....".

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