martedì 29 aprile 2014

Il Mantra del Docente

La vicenda dei professori del liceo Giulio Cesare di Roma denunciati per corruzione di minori avendo fatto leggere e discutere in classe un romanzo in cui si descrive un rapporto sessuale tra gay, rappresenta una grave aggressione all'uguaglianza dei sessi e alla libertà di espressione e di insegnamento prevista dalla Costituzione Italiana. Lo ha affermato il Codacons, che non si ferma ad attaccare gli autori di questa ridicola denuncia, ma va oltre e offre ai due docenti coinvolti il supporto legale per difendersi dalle insulse accuse.

La libertà d’insegnamento , mantra del docente, trae la sua origine dall’interpretazione dell’art. 33 della nostra costituzione: “ L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento”.
Si tratta di un principio posto a fondamento della vita e dell’attività delle scuole a cui il comune sentire attribuisce il seguente contenuto:
"La libertà di insegnamento consiste nel garantire il docente contro ogni costrizione o condizionamento da parte dei pubblici poteri”
“Al riconoscimento di tale libertà corrisponde l'attribuzione di un diritto soggettivo al singolo docente, il quale, in piena autonomia e senza condizionamenti, proprio perché libero, deve poter decidere sia le modalità tecnico didattiche del proprio insegnamento, sia i valori formativi che intende trasmettere ai propri allievi”.

La risposta di un Preside di Frontiera:

- credo altrettanto liberamente di poter affermare che non sono d’accordo e che secondo me questo "comune sentire" rappresenta una concezione anarchica della Scuola come se ci fosse l'idea di un ordine fondato sull'autonomia assoluta ed inviolabile degli individui, chiunque essi siano.
Gli anarchici propugnano una società priva di potere centrale e di qualsiasi indirizzo, composta da individui che si organizzano liberamente.
Non è ipotizzabile che chi fa Scuola dai massimi livelli a quelli operativi, siano portatori di filosofie anarchiche.
Mi piace di più il richiamo che nel 2011 il Papa Benedetto XVI fece: “esorto tutti i governi a promuovere sistemi educativi che rispettino il diritto primordiale delle famiglie a decidere circa l’educazione dei figli e che si ispirino al principio di sussidiarietà, fondamentale per organizzare una società giusta”

Lo stesso Mario Rusconi, vicepresidente dell´Associazione Nazionale Presidi, sottolinea che “per affrontare questa rivoluzione bisogna innanzitutto formare prima di tutto gli insegnanti”. È proprio questo il punto da aggredire: la formazione degli insegnanti.

La maggior parte delle persone crede allora che "Il buon senso è la cosa al mondo meglio ripartita: ciascuno infatti pensa di esserne ben provvisto, e anche coloro che sono i più difficili da contentarsi in ogni altra cosa, per questa non sogliono desiderarne di più". (Cartesio)
E sempre più spesso si tende a fare un uso partigiano della libertà di insegnamento godendo di una illimitata libertà d’azione ispirata al buon senso.
Secondo Rudolf Steiner “un buon maestro genera buoni alunni, così come un cattivo maestro ne genera di cattivi”.
L'insegnamento non è solo un freddo passaggio di informazioni, ma è una relazione tra due esseri umani, in cui uno è assetato di conoscenza e l'altro è votato a trasmettere tutto il proprio sapere, umano ed intellettuale nel pieno rispetto dell’altro, della sua sensibilità e del suo personale privato.

Mi domando perché abusare, a che prò, provocare fastidio su temi a contenuto sessuale attraverso espressioni verbali degradanti aventi ad oggetto la sfera personale della sessualità.
Se il principio è quello di non discriminazione, nulla osta all’adozione di misure dirette ad evitare espressioni equivoche o troppo esplicite al fine di compensare svantaggi correlati ad una presunta discriminazione sessuale.
Nell’esercizio della libertà di insegnamento i docenti, secondo me, sono tenuti a mantenere una condotta onesta e responsabile, anche tramite l’adozione di metodi e sistemi ispirati alla prudenza, al comune senso del pudore. Non dovrebbe essere concesso a nessuno di utilizzare, direttamente o indirettamente, l’autorevolezza della propria posizione accademica parlando di quello che si vuole, senza alcuna moderazione rischiando di mettere in imbarazzo qualcuno quando si parla di argomenti riservati, intimi.
Sarà pure legittimo ma non sempre ciò che è lecito deve necessariamente essere comunicato, altrimenti si lede la libertà di apprendimento.

E poi non vi sembra che la scuola di ogni ordine e grado debba concorrere allo sviluppo integrale della personalità degli alunni, in collaborazione con i genitori?
La retta ragione dimostra che una vera educazione in campo sessuale, per essere tale, non può essere pubblica, né tantomeno promiscua, ma solo privata e personale e che questo compito compete strettamente alla famiglia e non alla Scuola. Che c’iazzecca, direbbe qualcuno…..
Dovremmo far sì che un argomento così delicato e scottante come quello della sessualità venga lasciato al suo ambiente naturale, cioè alla famiglia, e sottratto alle ingerenze di uno Stato quanto meno discutibile in campo morale qual’è, purtroppo, specialmente quello italiano.

Non conosco il libro che è stato letto al Giulio Cesare e non mi sento di esprimere giudizi su quanto accaduto, non è questo il punto, ma non mi sembra nemmeno questa la strada per parlare di “bellezza” e di “Amore con la A maiuscola”.

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