giovedì 27 febbraio 2014

La grandezza della vita quotidiana

Ore 11, la Ricreazione.
I ragazzi escono in massa dalle aule spinti dal desiderio di addentare il loro panino nascosto e schiacciato dai libri buttati nello zaino, confuso tra ogni genere di schifezza.
Tolgono velocemente la stagnola che avvolge l' agognato boccone e si riempiono la bocca con il primo grande morso, inghiottendo forse qualche residuo di carta rimasta appiccicata sul pane, senza farci troppo caso.
L'aria si riempie dei profumi più diversi, segno delle varie realtà famigliari e folcloristiche paesane.
Il Panino con la frittata, fatto con l'orlo del filone sciapo dei castelli romani con i bordi alti dai quali pendono lunghi lembi di una frittata fatta in casa con uova genuine e cipolle.
Oppure le classiche ciriole con la mortazza o con il pomodoro che cola sul pavimento, lasciando una scia come fosse il sangue di una ferita.
Questi sono tutti coloro che abitano oltre il Grande Raccordo Anulare, mentre gli altri scartano la loro merendina del mulino bianco o la classica pizzetta rossa al pomodoro.
I cittadini dentro le mura, quelli che la mattina tardano ad entrare a Scuola per passare prima al bar davanti Scuola.


Un giorno uno dei paesani portò addirittura una bottiglietta di vino rosso che bene si accompagnava ad alcuni morsi di formaggio pecorino e di pane casareccio.
Costui veniva da Genazzano e la mattina si alzava alle 4 e mezza per mungere le mucche nella stalla prima di prendere il pullman verso Roma.

In mezzo al frastuono e alle grida di entusiasmo degli allievi decido di entrare nella cappellina della Scuola per cercare alcuni minuti di raccoglimento.
"Anton, che ci fai tutto solo e perché sei così triste?"
Uno dei meccanici del primo anno stava seduto al primo banco piangendo perché la sera prima le "maras" avevano ammazzato suo fratello in Honduras.


I mareros sono dei banditi minorenni che imperversano in alcuni stati del latino America, ragazzini ben armati che seminano il terrore e che gestiscono il traffico della droga e della prostituzione.
Se diventi un mareros sei una persona rispettabile.
Anton era stato portato in Italia appena nato dai suoi genitori che non aveva mai conosciuto e che odiava terribilmente perché non si erano mai fatti sentire, almeno per spiegargli quel gesto così disumano.
Viveva in Italia con i nonni, purtroppo deceduti entrambi nel 2013, ora sta con uno zio di secondo grado gravemente malato di tumore.
Anton in mezzo a tanto dolore, sta prendendo l'abitudine di parlare ogni tanto con nostro Signore nascosto nel tabernacolo.
Gli racconta le sue pene, la difficoltà nel vivere l'abbandono dalla sua famiglia, il rancore che avverte per i suoi genitori e non ultima la morte violenta di suo fratello.
E' un ragazzo intelligente, il migliore del suo corso, educato ma fragile, si è sempre dovuto organizzare da solo ed ha scelto spesso cosa fare nella sua vita senza alcun incoraggiamento esterno.


Tornerà nella cappellina ogni giorno per 5 minuti almeno per avere maggiore confidenza con Dio, un padre che non lo mollerà mai.

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